Era il lontano 1997 quando negli Stati Uniti nasceva quello che sarà uno degli strumenti più utilizzati in tutto il mondo per la comunicazione globale: il blog. Si tratta di un particolare sito web ideato da un creatore di contenuti chiamato blogger. Questi verranno dunque condivisi sul blog, e visualizzati all’interno della pagina a partire dal più recente fino a quello più lontano nel tempo. I contenuti di un sito di questo tipo possono essere sia di natura testuale che di tipo multimediale, come per esempio foto e video. Di solito, oltre alla pubblicazione del contenuto, l’obiettivo finale è quello di creare un network di persone che condividono interessi comuni e, utilizzando un termine del nuovo Internet of things, fare rete. Un ruolo fondamentale in questo senso è svolto da trackback e pingback.
Tra le piattaforme più usate per la creazione di un blog, WordPress è quella sicuramente più utilizzata. Nata nel 2003, è una piattaforma di CMS (Content Management System), ovvero di gestione di contenuti, che permette la creazione di una pagina e la sua gestione.
Trackback e Pingback: a cosa servono?
L’obiettivo del blogger è quello di creare un vasto seguito di followers che possano accedere ai contenuti postati. Alcuni lo fanno per passione, altri per “creare traffico” all’interno del blog e monetizzare attraverso quest’ultimo. Le tecniche di monetizzazione sono le più disparate: dalla pubblicità “pay per click”, fino alla sponsorizzazione di brand e prodotti. Qualunque sia l’obiettivo finale, di solito il blog non crea solamente contenuti ma anche un network che non include solamente i propri lettori, ma anche altri bloggers. Infatti un sistema molto usato per fare traffico è citare articoli altrui all’interno dei propri. Potremmo paragonarlo a un vero e proprio circolo letterario 2.0, in cui gli autori si scambiano idee su idee riguardanti nuovi articoli, parlano degli ultimi trend, si citano e si “ospitano” a vicenda all’interno dei reciproci blog.
In questo contesto trackback e pingback rivestono un ruolo centrale e stanno diventando dei tools di lavoro più importanti.
Si tratta di strumenti il cui scopo primario è gestire le interazioni con gli altri blogger. Sebbene talvolta vengano utilizzati come sinonimi interscambiabili, ci sono delle sostanziali differenze tra essi. Infatti, sebbene condividano lo scopo comune di notificare l’avvenuta citazione del proprio testo da parte di un autore di un altro blog, vi sono differenze nella struttura.
Il trackback
Un trackback è la notifica di una citazione. Si tratta di una sorta di avviso che l’altra persona invia per comunicarci che sta, in qualche modo, utilizzando il nostro articolo o parte di esso. In generale, è una tecnologia che lavora in entrambi i sensi: possiamo essere sia mittenti di trackback, che riceventi. In generale, se riceviamo un trackback ci sono tre azioni possibili, ossia decidere di ripostarlo, commentarlo o metterlo nello spam.
La struttura del trackback normalmente contiene un breve estratto di testo che accompagna la citazione utilizzata, insieme al link della pagina di riferimento.
Il pingback
Il pingback ha lo stesso scopo del trackback, cioè avvisarci se qualcuno sta citando il nostro articolo, ma con delle importanti differenze. Innanzitutto, esso ha una struttura più scarna rispetto al trackback: contiene infatti solo in link alla citazione. Tuttavia, rispetto a esso, presenta al proprio interno un altro elemento di grande importanza, cioè quella che viene chiamata “verifica del mittente”, che avviene in modo automatico. Quest’aspetto non è da trascurare, in quanto grazie a esso è possibile verificare l’autenticità della citazione: viene verificato infatti se il mittente del pingback ha veramente citato quello che afferma di citare.
Trackback e Pingback: alcune problematiche
Proprio a causa dell’impossibilità di verificarne la veridicità, i trackback sono più difficili da gestire, in quanto facilmente falsificabili e manipolabili. Per esempio, per aumentare il numero di link all’interno della propria pagina, un utente potrebbe affermare di essere stato citato in un trackback, senza che questo sia vero. Utilizzando un pingback, invece, possiamo metterci al riparo da quest’eventualità. Si tratta infatti di notifiche automatiche non modificabili, attraverso le quali il mittente può essere facilmente verificato al momento della ricezione della notifica.
Infine, è necessario fare un’altra considerazione. Poiché di solito all’interno di una pagina Web la maggior parte dei trackback e pingback in entrata sono spesso spam, ovvero messaggi indesiderati, molti proprietari di pagine Web tendono a essere cauti con questi tipi di strumentazione. Tuttavia, come tutti gli strumenti, se usati nel mondo giusto, possono essere utili per ampliare la propria rete e dare vita a uno scambio di idee sano e produttivo tra bloggers.
A cura di
Miriam Salamone
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