“If you are not paying for the product, you are the product”: è questa una delle frasi contenute nel documentario prodotto da Netflix “The Social Dilemma”. La pellicola, diretta da Jeff Orlowsky, è un documentario che si pone come obiettivo l’analisi dei punti di forza e delle debolezze delle piattaforme social, con un occhio di riguardo agli effetti che queste ultime stanno avendo sulla società, sul tessuto democratico a livello mondiale e soprattutto, sugli effetti psicologici dei social sulle nuove generazioni.
Basato sia su spunti di riflessione reali che su elementi di pura narrativa, esso mostra il dilemma continuo che come esseri umani ci troviamo ad affrontare di fronte ai social: queste piattaforme sono semplici strumenti a nostra disposizione che hanno come obiettivo il metterci in contatto gli uni con gli altri o si tratta di veri e propri strumenti di manipolazione delle nostre coscienze?
The social dilemma: lo sviluppo narrativo
Il documentario The Social Dilemma si sviluppa su due diversi filoni narrativi. Il primo è formato da una serie di interviste agli addetti ai lavori che ogni giorno sviluppano e programmano le piattaforme social. Si tratta di una sorta di manifesto, una denuncia da parte di questi specialisti, molti dei quali hanno contribuito all’ideazione e allo shaping vero e proprio di questi strumenti, della situazione in cui ci troviamo e dell’uso, spesso improprio, che viene fatto di questi ultimi.
Il secondo filone è rappresentato dalla narrazione di quello che accade in una classica famiglia americana composta da cinque persone. Tra i vari personaggi emerge Ben, il figlio affetto da una dipendenza da social. Proprio grazie al percorso di questo personaggio è possibile comprendere il funzionamento degli algoritmi, che nella pellicola riescono, grazie ai dati ottenuti sull’utente, a creare un avatar attraverso cui è possibile lo sviluppo di previsioni piuttosto accurate sul comportamento dello stesso Ben. L’avatar di Ben rappresenta una sorta di cavia, continuamente sottoposta a degli stimoli (notifiche, suggerimenti di video) che lo portano a spendere sempre maggiore tempo online. Lo scopo? Quello di attirare e veicolare l’attenzione di Ben.
The social dilemma: quando l’obiettivo è quello di catturare l’attenzione
Le interviste agli esperti della Silicon Valley, il luogo in cui vengono progettate la maggior parte delle piattaforme social, rappresentano il primo filone della pellicola. Esse raccontano il lato più oscuro dei social network. In particolare, il focus è puntato sulla manipolazione che questi ultimi possono effettuare sull’utente. L’obiettivo delle piattaforme social sarebbe quello di manipolare a livello inconscio i comportamenti dell’utente, senza tuttavia destare nell’individuo il minimo sospetto. Una nuova luce viene assunta anche dai modelli di business dei social, essenzialmente basati sul profitto. Le strutture delle piattaforme hanno come obiettivo quello di far spendere all’utente maggior tempo possibile sui social. Un’altra importante riflessione viene effettuata anche sul tipo di prodotto venduto sulle piattaforme, ossia i dati degli utenti. Ma le piattaforme non sono interessate ai singoli dati sull’utente. Piuttosto, alla possibilità, attraverso di esse di effettuare statistiche sugli utenti che consentano di prevederne con una certa esattezza il comportamento.
Altri spunti di riflessione
The Social Dilemma, offre anche altri spunti di riflessione riguardanti le conseguenze dei social sulla società contemporanea. Dall’impatto che gli ideali di bellezza irraggiungibili hanno sugli adolescenti, fino all’uso dei social per la manipolazione politica e alla diffusione delle fake news. Soprattutto su rapporto tra generazione Z e Social si concentra una parte della pellicola. Infatti, in America dal 2011 sono aumentati esponenzialmente i casi di self-harm e suicidio negli appartenti alla generazione Z. Un’altra tematica importante su cui gli autori del documentario si sono concentrati è la diffusione delle fake news sulle piattaforme social. Queste ultime, infatti, possono portare al collasso della democrazia come la conosciamo. Gli esempi fatti sono diversi, dagli scontri avvenuti nel Myanmar fino alle ultime elezioni statunitensi e la diffusione di notizie legate al Coronavirus.
Alcuni motivi per guardare The Social Dilemma
Uno dei motivi per guardare la pellicola è sicuramente il fatto che fornisce diversi spunti di riflessione sull’utilizzo dei social da parte della società contemporanea. Anche il titolo è fonte di riflessione, in quanto acquisice una duplice valenza. Il dilemma social, infatti, non riguarda solo il possibile uso di queste piattaforme per scopi manipolativi da parte di compagnie interessate solo ai profitti, ma anche le implicazioni politico-sociali provenienti da un uso non appropriato dei social media. Da non perdere nemmeno i titoli di coda della pellicola. In essi sono contenute alcuni utili tips da parte degli intervistati per un corretto utilizzo dei social.
A cura di
Miriam Salamone
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