Musei: le tecnologie per migliorare le esperienze post-Covid
La pandemia, si sa, ha messo in ginocchio diversi settori. Uno tra tutti quello culturale, considerato non solo una colonna portante del nostro Paese ma soprattutto negli ultimi tempi, la culla di una progettazione di largo respiro, ambiziosa e visionaria. Il passaggio del virus ha infatti innescato una riflessione globale che conduce all’ottica che sapere e formazione sono due elementi essenziali per lo sviluppo sociale ed economico di uno Stato. La centralità di questa visione è ulteriormente confermata dal Rapporto AsVis Covid-Agenda 2030 che unisce due settori apparentemente molto distanti tra di loro: quello della salute e quello della cultura.
La cultura (che comprende anche il cinema, lo spettacolo dal vivo, la radio, la musica, i musei) ha visto nel 2020 un crollo dei ricavi pari al 31,2% rispetto al 2019. L’industria culturale è stata una delle prime a sospendere le proprie attività e con ogni probabilità sarà l’ultima a riprenderle a pieno regime. Ad oggi, infatti, le sale cinematografiche e i teatri sono aperti con il 50% della loro capienza mentre i musei, le sedi espositive, i siti archeologici e i luoghi di rilievo storico-artistico potranno essere visitati senza restrizioni. Ma la domanda che sorge spontanea è: esiste una ripartenza progettata?
Durante la pandemia, infatti, circa il 93% dei musei ha avviato o migliorato la sua presenza online, offrendo la possibilità di visionare opere e mostre a distanza. La tecnologia ha quindi giocato un ruolo fondamentale nell’ultimo anno e mezzo anche in questo campo. I Social Network, d’altronde, hanno sempre avuto un forte potere mediatico, ma mai come negli ultimi anni possono essere considerati veicolo di trasmissione di miliardi di informazioni, che siano corrette o rischino di essere fake news. Il mondo digitale ci ha permesso di riorganizzare velocemente le nostre abitudini a tal punto che oggi gioca un ruolo fondamentale anche nella ripartenza e nella promozione del patrimonio culturale.
Gli aiuti dall’Europa
L’impatto tecnologico sul settore culturale ha permesso non solo di affrontare un momento di crisi, tanto devastante quanto inaspettato, ma ha offerto la possibilità di aprire nuovi e inesplorati territori. L’innovazione in tal senso è stata sovvenzionata grazie ai fondi dell’Unione Europea (10,6 milioni di euro) che l’Italia riceve ogni anno e che sono destinati a programmi quali Erasmus +, Culture Strand e Horizon 2020. L’elemento cardine che supporterà il progresso sarà il mondo tecnologico e digitale sotto forma di Blockchain, l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata e virtuale.
I nuovi mezzi tecnologici incontrano la cultura e l’arte
Tra le ultime novità, come abbiamo detto, troviamo la tecnologia dei Blockchain. Considerati come dei registri digitali, essi sono in grado di registrare una grandissima quantità di dati in modo sicuro e permanente. Le informazioni contenute in un singolo blocco, una volta iscritte, non possono essere modificate senza alterare i blocchi successivi. La crittografia permette inoltre di nascondere o rendere invisibili i dati inseriti. L’applicazione di questa tecnologia ai siti internet di gallerie d’arte e di musei, permette di transare asset, di criptare informazioni riguardo la certificazione delle opere e di creare un ambiente sempre più coinvolgente per il cliente finale, che sarà portato verso la fidelizzazione. Ma come creare una visione ancora più eccitante e avvincente? Semplice: attraverso la realtà aumentata e virtuale che potrà permettere agli spettatori di interagire con un quadro di Manet, di Rothko o con le sculture di Arik Levy come se fossero di fronte ai loro occhi. Allo stesso modo anche l’Intelligenza Artificiale potrebbe aiutare a creare delle situazioni ancora più stimolanti, soprattutto per un pubblico di giovani. Entrare in uno spazio espositivo non sarà mai stato così semplice ed emozionante. Basterà un semplice click dalla propria camera o dal banco di scuola per conoscere sempre di più sul mondo dell’arte. Grazie alla digitalizzazione, infatti, si potranno portare le opere direttamente agli utenti creando degli ambienti interattivi con i quali il visitatore potrà interagire.
ARTathlon
Il culmine della relazione tra arte e tecnologia è il progetto ARTathlon (arte in movimento) avviato dal Ministero dei Beni Culturali nel corso del 2020 e che prevede la creazione di un percorso basato sulla metodologia dell‘open innovation. Grazie alle nuove tecnologie, il mondo della cultura e dell’arte potrà realizzare un nuovo tipo di “esperienza museale” e quindi avvicinare un maggior numero di giovani a questo mondo. Al progetto hanno partecipato delle squadre di studenti universitari e delle startup che hanno studiato delle strategie di coinvolgimento innovative. Il piano ha visto inoltre la realizzazione di varie community in cui i visitatori potevano interagire con le opere, condividere i loro commenti o visitare la loro città d’arte preferita attraverso dei percorsi in AR/VR. Grazie ai nuovi finanziamenti si riuscirà senza dubbio a sviluppare le nuove tecnologie per guardare a un futuro in cui i limiti spaziali e temporali si ridurranno a un filo sottilissimo. Questo elemento, unito all’altissima potenzialità artistica del nostro Paese, riuscirà a supportare la realizzazione di un ecosistema tale da rendere l’Italia un vero leader nell’ambito culturale e artistico.
A cura di
Alice Corio
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