Molestie salvate su blockchain
Cos’è la Blockchain
La blockchain è un registro digitale in cui viene memorizzata una certa quantità di dati (detti transazioni) in modo verificabile e permanente. Essa è costituita da blocchi che possono essere generati continuamente, che sono collegati tra loro e resi sicuri grazie al sistema di crittografia.
Questa tecnologia può essere aperta o privata. La blockchain aperta o pubblica ha il vantaggio di aggiungere applicazioni alla Rete senza che sia necessaria l’approvazione di terzi, in quanto non vige il controllo degli accessi; lo svantaggio, però, è costituito dal fatto che anche utenti malintenzionati potrebbero avere accesso. Nella blockchain privata, invece, gli accessi sono controllati tramite i cosiddetti layer, al fine di identificare chi abbia fatto il suo ingresso nella Rete.
Oltre alla digitalizzazione dei dati, le caratteristiche identificative della blockchain sono: la trasparenza e verificabilità, l’immutabilità del registro, la programmabilità dei trasferimenti e la decentralizzione (non esistono intermediari e i trasferimenti sono tracciabili).
I problemi della blockchain
Purtroppo questo sistema, seppur nato con le migliori intenzioni, presenta problematiche sotto quattro grandi aspetti: la sicurezza, la trasparenza, la privacy e l’immutabilità.
Un registro decentralizzato come quello offerto dalla blockchain può portare allo sconvolgimento delle realtà aziendali o industriali così come le conosciamo oggi, sia che si tratti di imprese finanziarie o agroalimentari, sia che si parli di mobilità, porno, fino ad arrivare a un cambiamento dei social network.
Oltre a questi problemi, agli scandali e alle frodi già presenti nel sistema (nel 2018 e nel 2019 sono stati segnalati casi di persone sconosciute che archiviavano sulla blockchain immagini di abusi su minori), vi è anche il problema del costo energetico: per far funzionare la blockchain è necessaria una potenza di calcolo non indifferente. Le difficoltà però non finiscono qui.
Gli abusi e le molestie
La sviluppatrice Molly White ha voluto porre l’attenzione su una questione in particolare, ovvero la possibilità di insorgenza di casi di revenge porn e la relativa moltiplicazione nei vari blocchi della blockchain.
Dal momento che i registri sono pubblici, anonimi e immutabili, essi possono diventare dei veri e propri vettori di molestie e abusi e possono essere, al contempo, portatori di materiali pedopornografici. Questo è ciò che accadrebbe se la tecnologia venisse utilizzata dalla maggior parte delle persone, anche se, da questo punto di vista, le masse in generale non hanno ancora la capacità di comprendere tecnologie così complesse e nuove.
La privacy non esiste, tutti possono vedere le transazioni legate all’indirizzo di un portafoglio specifico: se questo indirizzo dovesse cadere nelle mani di persone che ci conoscono, come genitori, ex, oppure il capo dell’azienda per cui lavoriamo, questi verrebbero a conoscenza di tutte le nostre spese, importanti o meno che siano. Tutto ciò che viene immesso nella blockchain vi rimane per sempre.
Nonostante sia possibile rendere anonimi i dati oppure nasconderli, essi sono sempre lì, alla portata di tutti e chiunque può accedervi in qualsiasi momento. Ad oggi esistono due opzioni per evitare il rischio di moltiplicazione delle molestie sulla blockchain: la prima è costituita dalla possibilità di rivolgersi alle singole piattaforme (che possono essere molteplici) e chiedere, tramite una petizione, l’occultamento di specifici contenuti, anche se questi rimarranno in ogni caso disponibili se qualcuno dovesse cercarli; la seconda possibilità riguarda la registrazione di un solo pointer che reindirizzi a un servizio centralizzato come Amazon Web Services, in questo modo sarebbe più semplice rimuovere i contenuti. In entrambi i casi, però, un minimo di rischio rimane. La programmatrice termina il proprio discorso dicendo che
Sebbene sia possibile che i social network basati su blockchain possano fare affidamento su dati aggiuntivi e verifica dell’identità per limitare la creazione di account, in modo similare a ciò che fanno oggi i principali social network, l’etica libertaria dietro molti dei servizi che spuntano in questo spazio rende improbabile questa cosa.
La sicurezza
Le criptovalute stanno cambiando il panorama della malavita criminale e dobbiamo lavorare insieme per impedire che le risorse virtuali diventino rifugi sicuri per transazioni finanziarie illegali.
afferma Ilana de Wild, Direttore della criminalità organizzata dell’INTERPOL.
Il Direttore ha aggiunto che, per proteggere i cittadini dall’abuso delle criptovalute, è necessario agire su più fronti, attraverso il lavoro congiunto di forze dell’ordine, autorità governative, autorità di regolamentazione e settore privato.
Per ora, chi investe in questo sistema non sta prendendo provvedimenti per evitare complicazioni; ciò che sappiamo è che se la blockchain da un lato promette di apportare migliorie per molti settori, come catene di fornitura globali, transazioni finanziarie, beni contabili e social network, dall’altro lato bisogna considerare le difficoltà che essa comporta, e trovare una soluzione alle minacce che ne potrebbero derivare.
Sempre l’INTERPOL ha deciso di supportare le forze di polizia nei 195 paesi membri e di istituire, a partire da gennaio 2022, una nuova direzione per i crimini finanziari. Un piccolo passo verso la sicurezza globale.
A cura di
Giulia Rabaioli
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