Lo stalking digitale in Italia

Lo stalking digitale in Italia

Lo stalking è un tema sul quale si è discusso spesso negli ultimi anni, a fronte di una presa di coscienza del suo dilagare e dei danni che è in grado di compiere. Ciò di cui non si parla mai invece è il fronte digitale dello stalking, costantemente trascurato, ma altrettanto pericoloso. Un recente rapporto di Kasperspy può aiutarci a comprendere la diffusione del fenomeno facendo luce sullo stalking digitale in Italia e in altri paesi del mondo.

 

Cos’è lo stalking digitale?

Con stalking digitale si intendono tutte quelle tecniche atte a perseguitare una persona sfruttando i mezzi messi a disposizione, ad esempio, da social network, e-mail, messaggistica istantanea. Oltre a poter denigrare la vittima, magari su spazi pubblici come le sezioni dei commenti sui social, questi strumenti permettono di infiltrarsi nella sua vita.

Generalmente, lo stalker online sfrutta i social network per ottenere informazioni. Osservare le attività in Rete della vittima consente infatti di tenere sotto controllo i suoi spostamenti, le sue attività e le sue interazioni pubbliche. Spesso, però, lo stalker non si accontenta dei dati pubblici, considerandoli insufficienti. Per questo motivo ricorre a strumenti progettati per entrare nei dispositivi della vittima e controllarne l’attività: gli stalkerware. Ed è proprio su questi software che si concentra il rapporto di Kaspersky.

 

Lo studio di Kaspersky sugli stalkerware

Il report in questione, presentato in Senato in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, è stato commissionato da Kaspersky (azienda globale per la cybersicurezza) a SAPIO Research (società di consulenza per ricerche di mercato a livello globale). Obiettivo della ricerca è definire la diffusione degli stalkerware, software creati per monitorare altri dispositivi. L’installazione dello stalkerware ha una difficoltà minima. Allo stalker basta infatti un singolo accesso al dispositivo dell’obiettivo – operazione molto semplice in una relazione sentimentale. Generalmente, tra l’altro, sono applicazioni “autorizzate” nei vari marketplace, in quanto pubblicizzate come utili al parental control.

Secondo lo studio, solo il 40% degli italiani (dato in linea con la popolazione mondiale) è a conoscenza di tali software. Un dato rilevante è però la differenza che compare confrontando questo dato per sesso, a livello globale: se il 44% degli uomini è a conoscenza del significato della parola, solo il 36% delle donne può dire lo stesso.

Questa discrepanza può essere così motivata: sono più gli uomini ad avere usato questi prodotti (10% nel mondo, 7% in Italia) rispetto alle donne (8% nel mondo, 5% in Italia). Inoltre, e più in generale, le donne che hanno subito abusi sono percentualmente il doppio rispetto agli uomini.

Secondo il 26% degli italiani monitorare il proprio partner di nascosto è lecito, anche se per alcuni è accettabile solo in determinate circostanze. Questa giustificazione, tuttavia, è sfruttata di norma dagli stalker, che agiscono proprio in nome della necessità di una presunta “sicurezza”. Il 70% di coloro che sono favorevoli a questo controllo affermano che esso sarebbe lecito di fronte a una presunta infedeltà, rivelando così la natura di abuso nell’utilizzo di questi software.

 

Violenza digitale

Analizzando i dati raccolti, Kaspersky afferma che l’abuso digitale attuato tramite i software di stalkerware può essere determinante per il passaggio alla violenza psicologica, che rappresenta il più diffuso tra gli abusi (71% dei casi). L’11% degli italiani è stato perseguitato tramite canali digitali, mentre il 24% teme di essere vittima di questi sistemi.

I contenuti ritenuti più sensibili dagli intervistati sono prima di tutto i messaggi di testo, seguiti da social e e-mail. Ci sono poi condizioni che influenzano il timore di vedere la propria privacy violata: possono essere fattori culturali, legati al tipo di informazioni che si conservano generalmente all’interno dei dispositivi, oppure legati al tipo di investimento sostenuto per l’acquisto dello smartphone. In Perù e Colombia, ad esempio, il 56% degli intervistati si dice preoccupato che il partner violi la propria privacy digitale, mentre l’Italia si attesta al 24%.

Il dato più inquietante riguarda quanti ammettono di aver installato App di monitoraggio sul dispositivo del partner: in Italia si parla del 6% degli intervistati. La percentuale sale ulteriormente se si considerano coloro che hanno subito abusi, arrivando a toccare il 27%. Il fenomeno sembra coinvolga molto di più i giovani rispetto agli under 55 (12% contro il 3%).

 

Stalking digitale: come proteggersi dagli stalkerware?

Dato un fenomeno così pericoloso, e allo stesso tempo in espansione, è bene sapere come verificare l’eventuale presenza di stalkerware. Gli effetti evidenti sono un anomalo consumo di dati e la batteria che si scarica più velocemente del solito. Se si nota un problema simile, o se comunque si ha un sospetto, è bene controllare quali applicazioni hanno accesso a dati specifici, come posizione o messaggi. Verificare poi quali applicazioni hanno diritto a modificare impostazioni o accedere ad altri programmi (verificabile, per i sistemi Android, in “Accessibilità”) rivelerebbe l’eventuale presenza di uno stalkerware.

 

 

A cura di

Federico Villa


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