Il lavoro da remoto e i nuovi nomadi digitali

Il lavoro da remoto e i nuovi nomadi digitali

 

Il fenomeno dello smart working si è oramai insediato nel nostro territorio in maniera stabile e le aziende che hanno deciso di ricorrere al lavoro da remoto sono numerose. L’offerta generata da questo particolare stile di vita professionale ha portato alla ribalta un fenomeno diffuso già da parecchio tempo negli Stati Uniti: l’avvento dei nomadi digitali.

Oggi solo in Europa più di cento milioni di dipendenti sono passati al lavoro a distanza. Sebbene il 2020 possa essere considerato l’anno del lavoro da remoto, questa tendenza è destinata a crescere esponenzialmente nei prossimi anni. Entro il 2025, si stima infatti che il 70% della forza lavoro opererà da remoto almeno cinque giorni al mese.

 

Cosa significa lavorare da remoto?

Lavorare da remoto significa libertà di svolgere il proprio lavoro da qualsiasi luogo, senza avere più legami con un ufficio o una sede fissa. Ciò può però avvenire solo se si ha la strumentazione giusta, una buona connessione alla rete e una grande autodisciplina. Questo cambiamento culturale e tecnologico ha permesso anche di scegliere nuove e inedite postazioni di lavoro.

 

I nomadi digitali: chi sono

I nomadi digitali sono, sostanzialmente, coloro che girano il mondo lavorando. Sono persone che sfruttano le tecnologie digitali per svolgere il loro lavoro, in costante movimento, senza una sede fissa e con l’assoluta libertà di poter scegliere il luogo nel quale lavorare.

I nomadi digitali sono una realtà in continua crescita. Sempre più persone stanno comprendendo le potenzialità di una gestione del lavoro che possa favorire anche la scoperta di nuovi paesi e che possa garantire un approccio più libero e appagante dell’esistenza.

Qualsiasi professione, che sia gestibile con un computer e una connessione internet, rientra tra le attività dei nomadi digitali. Questi ultimi sono grafici, webmaster, blogger, ma anche imprenditori e copywriter freelance: le possibilità sono molteplici.

I nomadi digitali sono generalmente freelance titolari di partita IVA, ma possono anche lavorare in ritenuta d’acconto o con altre forme contrattuali. Nei paesi, soprattutto quelli anglosassoni dove esistono diverse soluzioni, il nomade digitale non è per forza un freelance, ma può essere anche un indipendent contractor, ossia una soluzione ibrida che può vedere impegnata come consulente a tempo anche un’azienda.

Clima e ospitalità dei locali, costo della vita e sicurezza, spazi di co-working e affidabilità della connessione Internet: questi i requisiti fondamentali che il nomade digitale dovrà vagliare prima di scegliere il paese dal quale svolgere la sua attività lavorativa.

 

I paesi nomadi digitali – friendly

Molti paesi stanno intuendo solo ora le possibilità di importare i nomadi digitali di altri stati e l’arricchimento che questi trasferimenti portano con sé, e si stanno adoperando per incentivare coloro che si trasferiscono per periodi medio-lunghi.

In ogni caso, esistono dei paesi in cui tradizionalmente i nomadi digitali si recano già da alcuni anni più frequentemente. Tra questi, troviamo la Spagna (e, in particolare, le Isole Canarie), il Portogallo, l’Ungheria, ma anche moltissimi paesi dell’Asia (tra i quali, ad esempio, l’Indonesia e Taipei).

 

I vantaggi di essere un nomade digitale

Essere un nomade digitale comporta uno stile di vita che può avere numerosi aspetti positivi, tra cui la libertà gestionale, la possibilità di organizzazione, la flessibilità e margini di guadagno variabili. Oltre a questi vantaggi, a trarre beneficio da questo stile di vita ci sono anche tanti aspetti legati alla propria sfera personale: fare delle nuove esperienze, visitare posti nuovi e mettersi alla prova in contesti certamente non abitudinari.

 

Come posso trovare lavoro se cambio Paese?

Esistono molte piattaforme, come ad esempio upwork.comaddlance.com o freelancer.com, dove è possibile trovare ingaggi, lavori e progetti di ogni tipo. In questo modo, ogni professionista può decidere liberamente di lavorare per un progetto o una serie di progetti in base alle competenze individuali e alla gestione del suo orario lavorativo.

 

 

A cura di

Martina Nicelli


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