Il concetto di identità: siamo la stessa persona online e offline?
L’avvento della tecnologia negli ultimi decenni ha gettato le basi per una profonda riflessione sul tema dell’identità. In particolare, si è data una sempre maggiore rilevanza al concetto di identità digitale:
“Espressione coniata negli Novanta del 20° secolo per indicare l’identità costituita da un utente presso comunità virtuali online, spesso di tipo ludico, focalizzata su una dimensione virtuale, contrapposta a quella reale. L’identità digitale o virtuale ha assunto successivamente un significato più generale di identità sociale, che l’utente stabilisce su Internet, divenendo sinonimo di identità online (Treccani)”.
Identità individuale, identità sociale e identità digitale
L’essere umano si è sempre caratterizzato per due tipi distinti di identità:
- l’identità individuale: tutto quell’insieme di sentimenti, comportamenti, valori che l’individuo sente propri e che costituiscono la sua personalità;
- l’identità sociale: l’immagine che gli altri si costruiscono su un determinato individuo in base alla sua reputazione.
Questo concetto con l’evoluzione della società si è inevitabilmente trasformato e oggi, accanto a queste due definizioni, è sorta quello di identità virtuale o digitale. Molte sono le persone (soprattutto quelle più giovani per cui i dispositivi digitali sono oggetti di uso comune già in tenera età) che trascorrono gran parte della loro giornata online, dimenticandosi a volte della vita offline e costruendosi un’identità nella quale problemi e insicurezze vengono accantonati per dare di sé un’immagine spavalda e falsata rispetto alla realtà.
Si tratta di sdoppiamento della personalità: sui social l’utente ha la possibilità di scegliere chi essere, ossia se presentarsi con la propria identità o con una diversa e decidere cosa far percepire agli altri del proprio modo di essere.
Nuove tecnologie e appiattimento della personalità
Negli ultimi 10 anni i progressi in campo tecnologico e il fatto che attraverso i dispositivi ska possibile fare qualsiasi cosa hanno portato l’individuo a trascorrere online un tempo spropositato; questo ha assottigliato sempre di più il confine tra online e offline, tra realtà e virtuale fino a far scomparire il limite tra le identità. Il passaggio da una finestra all’altra, da un’applicazione all’altra porta l’utente a essere nello stesso istante cliente di uno store, una persona in fila in banca, l’organizzatore di un viaggio, e questo porta inevitabilmente a fare tutto insieme prestando poca attenzione a ogni azione.
I lati positivi esistono; queste tecnologie hanno permesso di poter gestire il difficile periodo di lock-down, oltre al fatto che sono un utile strumento per tutte quelle persone che vivono isolate o che sono particolarmente insicure, che hanno in questo modo la possibilità di ritagliarsi un proprio spazio e stringere dei rapporti.
Tuttavia diventa sempre più difficile tenere separate le differenti personalità: l’accesso a tutti questi strumenti fa sì che il ruolo di amico si mischi a quello di persona che si rapporta a tutte quelle figure che si incontrano nel quotidiano e in certi casi a quello di lavoratore, per tutte quelle persone che utilizzano la smart working.
“Uno, nessuno, centomila”
Come i social cambiano la nostra personalità
Sorge spontanea, alla luce del discorso appena affrontato, una riflessione sul tema e sul nostro comportamento in Rete e fuori. Abbiamo già anticipato come online possiamo presentarci come persone completamente differenti rispetto a quelle che siamo in realtà. Il fatto che la nostra identità sia in qualche modo nascosta ci permette ci costruirci un “personaggio” più simile a ciò che vorremmo essere; così, è molto probabile che online affrontiamo situazioni e discussioni in maniera differente rispetto a come lo faremmo offline. Una persona per natura remissiva, che tende spesso ad assecondare i discorsi che sente, potrebbe sentirsi abbastanza al sicuro da controbattere ad affermazioni con cui non concorda.
Allo stesso modo, chi è estremamente timido tanto da non essere in grado di costruire rapporti, in Rete potrebbe riuscire ad aprirsi, complice il fatto che, in primo luogo, non si è costretti a rivelare la propria identità e inoltre spesso le persone con cui si conversa sono estranei che non sanno con chi hanno a che fare, per cui possiamo decidere noi cosa raccontare di noi stessi e del nostro vissuto, sapendo che la conversazione non sarà condizionata da informazioni che arrivano dall’ambiente esterno e che contribuiscono a costruire la nostra reputazione.
Come noi cambiamo la nostra personalità per essere accettati online
D’altro canto, anche online tendiamo a sottostare a delle “regole” per essere accettati e accrescere la nostra cerchia di contatti; tendiamo ad esempio a affrontare temi su cui spesso abbiamo conoscenze non approfondite solo perché “tutti lo fanno”: se non agissimo nella stessa maniera degli altri avalleremmo in qualche modo l’idea di essere insensibili a certe tematiche univocamente ritenute importanti, macchiando la nostra reputazione online.
Un’esempio può essere la condivisione di immagini che esprimono solidarietà a una causa (come le foto di sfondi neri durante il Black Live Matters) nonostante si conosca solo superficialmente la ragione alla radice dell’azione, oppure la critica all’operato di un altro utente o anche di persone famose quando non rispettano un comportamento ritenuto dalla community online indispensabile per mantenere il rispetto pur rifacendosi, nell’elaborazione del giudizio, alle convinzioni di altri user e non di un proprio pensiero critico sviluppatosi dopo essere entrati in contatto con la materia.
Stabilire dei confini tra online e offline: tra le nostre identità
Ma come possiamo, a questo punto, agire per far si che le varie identità di cui ci costituiamo non si mischino tra loro, dandoci l’impressione di essere costantemente online e non permettendoci il distacco dalla rete? La risposta più ovvia è quella di porre dei limiti tra il mondo della Rete e quello reale.
Se da una parte è sempre più difficile a causa della pervasività della tecnologia in ogni ambito della nostra vita, aumentata in maniera spropositata durante l’emergenza da Covid-19, alcuni studiosi suggeriscono accorgimenti molto semplici che possono aiutare a mantenere una certa distanza, come usare dispositivi diversi per le cose personali e il lavoro, andare in bagno senza telefono, utilizzare delle agende divise in blocchi temporali che permettono di organizzare i compiti (e i pensieri) uno alla volta.
Ricordarci di essere costituiti da più di un’identità ci aiuterà a trovare il modo di coltivarle tutte.
A cura di
Giusy Pitzeri
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