Fake news: riconoscerle e affrontarle
Qualche giorno fa nella newsletter di un noto marchio editoriale italiano consigliavano alcuni titoli per comprendere le dinamiche che hanno portato al conflitto in Ucraina. In fondo alla mail c’era il link a una pagina Web in cui è presente un elenco di siti e di firme affidabili per informarsi su quanto sta accadendo. Questo aspetto è interessante. Dove ci informiamo? Siamo sicuri di scegliere sempre bene le fonti? Ovviamente no, siamo sommersi dalle notizie e a volte è davvero complesso evitare le fake news. Ne abbiamo già parlato in precedenza, ma è sempre utile riportare l’attenzione su un tema così attuale e importante.
Consigli contro le fake news
I suggerimenti per riconoscere le fake news possono sembrare banali, eppure sono efficaci (e spesso non considerati).
- Prima di tutto, cerchiamo di non essere lettori pigri. Quante volte ci informiamo solo attraverso i titoli degli articoli senza andare oltre? Capita che poi condividiamo anche la notizia, se non sul Web quanto meno con le persone che incontriamo, con gli amici. Quanti articoli catastrofisti girano nei gruppi WhatsApp di famiglia? Il titolo di un articolo rispecchia però sempre il suo effettivo contenuto? Non occorre nemmeno esplicitare la risposta. Questo fenomeno del distacco tra il contenuto dell’articolo e quello del titolo non riguarda solo fonti poco affidabili: coinvolge anche testate giornalistiche accreditate che talvolta si abbandonano anche a facili clickbait.
- Non fermiamoci alla prima spiaggia. Cioè, non accontentiamoci di un solo sito che comunica una notizia, bensì controlliamola altrove; cerchiamo più fonti che diano la stessa informazione. Se non troviamo un riscontro possiamo consultare dei siti che si occupano di segnalare le fake news, come bufale.net o butac.it. Per quanto riguarda questioni di stampo internazionale, possiamo visitare snopes.com o la pagina della BBC riservata alle notizie false.
- Selezioniamo fonti che, almeno in generale, sono affidabili. Informiamoci su siti istituzionali, attraverso testate giornalistiche accreditate. Leggiamo le testimonianze dirette di reporter presenti nel luogo interessato dai fatti. Persino i giornali accreditati possono sbagliare per la fretta di rendere noti i fatti mentre accadono, ma attraverso le altre accortezze citate ci si può difendere anche da questo rischio.
- Controlliamo gli URL dei siti da cui provengono gli articoli che leggiamo. Spesso i siti che pubblicano fake news hanno nomi molto simili a quelli di testate affidabili, in modo da attirare il lettore distratto. Oltre all’URL del sito, è un campanello dall’allarme la presenza massiccia di pubblicità sulla pagina. Se questa supera la quantità di testo effettivo dell’articolo meglio farsi qualche domanda su ciò che si sta leggendo.
- Prestiamo attenzione all’accuratezza del testo; infatti, spesso gli articoli di siti che presentano fake news contengono parecchi errori di battitura e di grammatica. Cerchiamo anche il nome dell’autore che deve essere esplicitato per poter verificare la sua autorevolezza nell’ambito trattato.
- Le immagini meritano un punto a parte. Una foto accompagnata da una didascalia basta a farci pensare di aver capito di cosa si sta parlando. Inoltre, la foto dà l’idea di essere reale perché comunica immediatamente un fatto concreto senza bisogno della mediazione delle parole. Così, spesso ci affidiamo a immagini ingannevoli. Quando l’informazione si esaurisce in una foto, o ha il suo centro in essa, conviene fare una ricerca per immagini su un motore di ricerca. Inseriamo direttamente la foto sul motore di ricerca che usiamo normalmente e lui ci darà conferma delle informazioni della didascalia. Potremmo scoprire che l’immagine è più vecchia di quel che pensiamo e fa riferimento a tutt’altro avvenimento.
- E ora una regola apparentemente cinica: non fidiamoci di ciò che condividono amici e conoscenti. Siamo portati a pensare che i contenuti proposti da persone che conosciamo e reputiamo intelligenti o ben informate siano sempre veri. Non è detto, tutti possono cadere vittime delle fake news. Adottiamo quindi le cautele elencate anche per le informazioni che ci passano gli altri.
Questi punti possono essere sintetizzati nell’uso del test di CRAAP, che fornisce alcune domande divise in cinque categorie (attualità, rilevanza, autorevolezza, precisione, scopo) da porsi quando ci si trova a valutare una notizia.
Il pensiero critico per combattere le fake news
Certamente le precauzioni elencate consentono di destreggiarsi quotidianamente tra le informazioni in merito a problemi urgenti e pressanti. A lungo termine, però, non possono essere le uniche soluzioni per affrontare le fake news. Serve allenare il proprio pensiero critico, un’ottava regola fondamentale. A volte l’aspetto che rende falsa una notizia non è evidente, quindi bisogna ricorrere all’esercizio del dubbio facendosi domande.
È un’operazione faticosa e che richiede tempo; inoltre, presuppone di mettere in discussione la certezza, che in fondo tutti abbiamo, di aver capito già tutto, di essere padroni dell’argomento. Chiediamoci, per esempio, per quale scopo l’autore scrive e pubblica un contenuto. Ha degli interessi in ballo? Vuole informare e raccontare fatti o vuole convincere il lettore di una posizione? Occorre imparare a distinguere le tipologie di comunicazione e capire come affrontarle. Soprattutto alla luce del fatto che oggi ci informiamo per vedere confermata la nostra opinione di partenza, cioè per avvalorare con dei dati la nostra idea. Insomma, per dire a ragion veduta che abbiamo ragione. Così ignoriamo una fetta importante di informazioni. Mettiamo da parte l’orgoglio.
In un’epoca in cui tutti siamo virologi e il giorno dopo esserlo non ci interessa più perché abbiamo deciso che le questioni di geopolitica internazionale sono più urgenti, bisognerebbe forse esercitare la sospensione del giudizio. Leggere i dati, leggere l’opinione di chi la pensa come noi e di chi afferma cose che non ci piacciono. Confrontarci interiormente con le opinioni che ci fanno arrabbiare. Perché a volte la situazione è più complessa di quanto sembri e quando ci saremo assicurati di avere informazioni oggettive, occorrerà rielaborarle. Perché senza pensiero critico non c’è difesa contro le fake news che tenga.
a cura di
Benedetta Saraco
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