Con il termine inglese fake news si designano le notizie non complete, parzialmente o completamente false che vengono pubblicate e diffuse in rete, solitamente da un gruppo di utenti che, dopo averle lette, ha creduto alla loro veridicità. Spesso le notizie false nascono da una svista o da una ricerca insufficiente riguardo l’argomento di cui si vuole discutere. Di conseguenza è veramente difficile accorgersi in tempo dell’errore e rettificare le informazioni sbagliate prima che vengano condivise.
Purtroppo non esistono solo casi di scarsa attenzione, ma esiste anche il preciso intento volontario di diffondere disinformazione. In questo caso vengono sfruttati i bias cognitivi, ovvero una deviazione irrazionale delle nostre capacità di giudizio messa in atto dal nostro cervello. Può capitare infatti che le persone, dopo aver scoperto l’inattendibilità di una notizia, continuino imperterriti a difenderla aggrappandosi all’idea che il concetto su cui si fondava non fosse del tutto sbagliato.
Tematiche principali delle fake news
I temi principali emersi dopo un’analisi degli articoli prodotti dai siti che fanno disinformazione sono principalmente cinque:
- Cronaca nera e giudiziaria;
- Politica e affari di governo;
- Lavoro e stili di vita;
- Questioni economiche;
- Condizioni meteorologiche.
Inoltre è emerso che la quantità di articoli con notizie false aumenta particolarmente durante i periodi delle campagne elettorali. Dopo aver preso in esame il caso specifico delle elezioni europee, si è notato come i contenuti di disinformazione tendevano a concentrarsi su questioni dal forte impatto emotivo piuttosto che sugli effettivi programmi politici.
In Italia, tra i temi di rilevanza europea individuati dall’Eurobarometro, si sono riscontrati: la criminalità, l’immigrazione e la disoccupazione. La criminalità è la tematica più trattata sia dai siti che dalle pagine/account social di disinformazione, mentre l’immigrazione è quella su cui la disinformazione incide maggiormente.
Percezione delle fake news
A mente lucida e in un discorso apertamente incentrato sulle fake news, sembra assurdo pensare di potere anche solo credere a una bufala. Ma nella vita quotidiana la percezione che i lettori hanno di una determinata notizia è molto diversa. Prendendo in esempio l’ambito politico, in cui il confine tra verità e bugia è particolarmente labile, Findomestic durante le elezioni politiche italiane del 4 marzo 2018 ha svolto un sondaggio su cosa pensano gli italiani delle fake news. Ciò che è emerso è che, circa la metà degli elettori italiani ha creduto, in un arco temporale di 12 mesi, ad almeno una notizia che si è poi rivelata falsa.
Un altro dato che ci aiuta a fare luce sulla gravità della situazione della media literacy, cioè della capacità di comprendere davvero meccanismi e linguaggi mediali, è che le persone chiamate per il sondaggio, una volta richiesto di distinguere notizie “strane ma vere” da altre completamente false, abbiano avuto difficoltà soprattutto nel secondo caso. Infatti appena il 35% del campione ha correttamente individuato come falsa, per esempio, la presunta notizia della bambina di 8 anni data in sposa a Padova a un uomo di 35. Per finire, dal sondaggio di Findomestic è affiorato che l’80% degli italiani crede che le fake news siano in grado di influenzare l’opinione pubblica.
Altri dati sulle fake news
Il secondo numero dell’Osservatorio sulla disinformazione online, pubblicato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha riscontrato che nel primo bimestre del 2019 è cresciuta la disinformazione online prodotta in Italia. +10% nel giorno medio di gennaio, +4% nel giorno medio di febbraio. Si riscontra una sempre più marcata concentrazione della disinformazione su argomenti come cronaca e politica, che congiuntamente rappresentano il 56% del totale dei contenuti fake, tre punti percentuali in più rispetto alla media del 2018. È quanto rileva il secondo numero.
Politica e fake news
Una ricerca effettuata da tre ricercatori americani dal titolo Selective Exposure to Misinformation: Evidence from the consumption of fake news during the 2016 U.S. presidential campaign ha dimostrato che il 60% delle visite a siti di fake news proveniva dal 10% dell’elettorato più conservatore, over 60, con una dieta mediatica poco equilibrata e più propenso verso la proposta politica repubblicana. È interessante riflettere su come la propensione nel credere a una notizia falsa possa essere dettata sia dagli orientamenti politici, che dalla scarsa conoscenza del mondo del web.
L’importanza dell’educazione civica digitale
Negli ultimi anni si è parlato molto di educazione digitale, specialmente nelle scuole, in modo da poter crescere le nuove generazioni nella consapevolezza e nel rispetto del prossimo per costruire in loro un saldo pensiero autocritico. Ma è bene sottolineare come spesso siano proprio gli ultra sessantenni a credere alle fake news; ignari delle dinamiche del web e fondando il loro pensiero sull’etica giornalistica, senza mai controllare la fonte.
L’educazione digitale è essenziale per preservare le fonti di conoscenza e quindi la libera informazione. In troppi casi le fake news hanno già leso o stanno ledendo vari settori che caratterizzano la vita umana, dalla sanità alla politica. Prima di credere a una notizia letta in rete è fondamentale controllare la fonte, confrontando la stessa notizia con altre testate giornalistiche. Per le notizie scientifiche bisogna controllare che i dati provengano da pagine officiali, come il sito dell’OMS. Inoltre, bisogna soprattutto tenere conto che il giornalismo, quello vero, deve essere oggettivo e imparziale, senza scivolare in ideologie estremiste e violente.
A cura di
Federica Ventura
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