Da marzo 2020, con l’arrivo del Covid-19 che ha obbligato l’OMS a dichiarare lo stato di pandemia globale, 3,9 miliardi di persone sono state costrette a ripensare la propria vita tra le mura domestiche. Circa 8 milioni di italiani hanno sperimentato lo smart working e migliaia di studenti si sono ritrovati a frequentare lezioni nella propria abitazione. Chiudere è stato necessario (si pensi agli esempi poco virtuosi di Svezia e Brasile), ma nonostante tutto sono nati diversi progetti di cultura online per affrontare il lockdown.
Internet e cultura
Numerose sono state le iniziative nate sul web e sui social, unico modo per intrattenere relazioni con persone non facenti parte del proprio nucleo familiare. Internet si è trasformato in una arena di confronto e di socialità, è stato lo strumento che ha permesso di non cedere ad una chiusura totale. Il settore della cultura non poteva non inserirsi in questa nuova sfida completamente virtuale che l’emergenza ha fatto scaturire prepotentemente.
Il web si è fatto interprete e mezzo per dare concreta realizzazione ad un diritto fondamentale, ovvero quello alla cultura, sancito dall’articolo 27 della Dichiarazione universale dei diritti umani:
“ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici”.
Cultura online: le iniziative durante il lockdown
Come si può leggere sul sito del Ministero per i beni e per le attività culturali, diverse strategie sono state introdotte per diffondere materiale artistico online e quindi per “moltiplicare le possibilità di godere dello straordinario patrimonio culturale nazionale”. La sfida lanciata da numerosi siti archeologici e musei è partita dai social con l’hashtag #iorestoacasa, con foto e video riguardanti materiale artistico. Successivamente, il 13 marzo 2020, si è tenuta una diretta in live streaming sul sito del Mibac dal titolo “l’Italia chiamò”. Vi hanno partecipato direttori di importanti musei e parchi archeologici italiani, raccontando le attività realizzate presso i propri siti, nonostante la chiusura e mostrandone le bellezze. Iniziativa importante che ha raccolto 717.000 visualizzazioni.
Visti i risultati positivi il Ministero per i beni culturali ha deciso di compiere un passo ulteriore. Mediante l’hashtag #laculturanonsiferma ha diffuso sul proprio canale YouTube oltre 70 contributi di diversi musei, archivi, biblioteche e parchi archeologici. Essi permettono di fare dei veri e propri tour virtuali in questi luoghi, con numerosi approfondimenti sulle modalità di restauro, manutenzione e catalogazione delle opere. Tra i primi luoghi a reinventarsi in rete si trovano numerosi siti collocati nelle regioni che hanno vissuto per prime l’emergenza sanitaria. Ad esempio la Lombardia ha reso disponibile, mediante l’utilizzo di Google Arts and Culture, una visita a 360° della casa-museo del poeta e scrittore Gabriele D’Annunzio, il Vittoriale degli italiani. Anche il MUDEC e la Pinacoteca di Brera hanno messo a disposizione del pubblico online le loro bellezze.
La diffusione artistica mediante il digitale prima della pandemia
Prima del lockdown alcune associazioni culturali si sono avvalse del mezzo digitale per ampliare la fruizione dell’opera artistica. Nei musei reali, ad esempio, da tempo sono presenti delle postazioni multimediali che permettono ai visitatori di avere informazioni in tempo reale sulle opere esposte. Significativa è stata l’esperienza dei “musei impossibili” che attraverso sofisticate tecnologie, riescono a rendere disponibile in un’unica sede un patrimonio storico-artistico collocato in sedi separate. Un esempio può il progetto realizzato dalla Regione Campania, in collaborazione con Rai Radio Televisione Italiana, di una mostra itinerante delle opere di Caravaggio. In questa esposizione, mediante tecnologie all’avanguardia, è stato possibile riprodurre con un’altissima definizione i dettagli più di 50 opere collocate in sedi differenti.
Un’altra importante esperienza è quella presente sul sito dell’agenzia Gallerie Umbria Arte, attraverso il quale è possibile visitare delle opere allestite in maniera analoga a ciò che viene esposto nei musei umbri. Tuttavia, a differenza di questi ultimi, la risoluzione è in formato jpeg. La scarsa qualità dell’immagine quindi non permette di sostituire l’esperienza reale, ma solo di fornire informazioni a cui faranno seguito una visita in prima persona al museo.
Le prospettive aperte dall’esperienza del lockdown
Quella che si è vissuta nei mesi del lockdown è un’esperienza nuova di cultura online, che non ha avuto solo l’intento di trasmettere nozioni agli utenti, ma di sostituire totalmente la ricezione fisica con quella virtuale.
Secondo alcuni esperti del settore l’esperienza del lockdown non sarà affatto vana, anzi potrà essere il punto di svolta, come sottolinea in un’intervista al «Corriere della Sera» da Gianfranco Maraniello, presidente di Amaci, associazione che riunisce i musei di arte contemporanea, il quale sostiene:
«Tutta quella frenetica attività online messa a punto negli ultimi due mesi non si esaurirà ma, anzi, diventerà un nuovo punto di partenza. A patto però di evitare i facili entusiasmi legati alle visualizzazioni ottenute nelle ultime settimane sui siti: sennò cadremo nello stesso errore di prima, un errore fatale, pensare che senza centinaia di migliaia di visitatori all’anno i nostri musei siano morti.».
Sullo stesso piano il pensiero del direttore della pinacoteca di Brera, Sir James Bradburne. Convinto del fatto che questa congiuntura storica possa ridare vigore alla consumazione artistica, ampliando e rendendo interattivi i contenuti delle varie opere esposte, Bradburne afferma:
«in quanti possono dire di aver davvero visto la Gioconda? Centinaia di migliaia di visitatori al giorno nei musei, le folle indistinte avevano ammazzato l’esperienza. Bene adesso abbiamo l’opportunità di ricostruirla. Con nuovi parametri: nei musei ci si andrà con nuovo interesse, con consapevolezza, magari dopo essersi avvicinati ad un’opera sulla rete».
Cultura online: un nuovo orizzonte
Dunque un’esperienza nuova che potrà dare uno stimolo a un settore che a livello economico negli ultimi anni è sempre cresciuto molto lentamente (+0,6% nel 2018). Inoltre l’ambente culturale spesso ha faticato a gestire una modernizzazione del settore in termini informatici. Si potrà così riscoprire un interesse verso la cultura che vada al di là del mero intrattenimento turistico, regalando al visitatore una fruizione artistica completa.
A cura di
Pasqualina Ciancio
FONTI:
- Ilsole24ore.com
- Ilsole24ore.com
- Beniculturali.it
- Beniculturali.it
- Corriere.it
- Corriere.it
- Ilsole24ore.com
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