Nel mondo 2.0 dei nostri giorni, avere il web a portata di mano ha reso molto più semplice reperire qualsiasi tipo di informazione, dall’indirizzo di un ristorante fino al tutorial per riparare un oggetto; dal principio attivo di un farmaco alla migliore terapia da intraprendere per curarsi.
Ma se da un lato l’informazione corretta viaggia sulla rete, dall’altro si è venuto progressivamente a creare un binario parallelo, che col tempo ha finito per unirsi a quello principale: il binario della disinformazione.
Dai social alle fake news
Per capire come è nata questa profonda divisione è necessario fare diversi passi indietro, quando i social network erano ancora ai loro albori. Inizialmente studiati per creare delle solide comunità senza barriere e distanze, la profonda libertà offerta da piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram è rapidamente diventata anche il loro tallone d’Achille. Sui social, chiunque poteva (e può tutt’ora) esprimere la propria opinione in merito a una qualsiasi questione.
Diventa altresì pericoloso quando l’opinione in questione è pronunciata da un Signor Nessuno senza alcuna preparazione in materia. Con l’avvento della propaganda sui social di tutto il mondo, spinta da alcuni politici, gruppi di complottisti o semplicemente troll, le fasce di età più vulnerabili alle fake news sono state letteralmente infettate dal virus della disinformazione.
Ecco quindi come un medico esperto che interviene su una questione spinosa viene additato come “servo delle lobby e della BigPharma”. Il motivo? Non c’è, almeno in evidenza; la sola figura del medico è automaticamente associata a quella di un nemico, che specula sulle malattie altrui per fare denaro.
Lo stesso fenomeno avviene in altri campi, come la politica e l’economia.
Fake news e disinformazione: un fenomeno virale
Viene da chiedersi cosa abbia ipnotizzato alcune persone a tal punto da renderle interamente succubi della disinformazione. In primis, sfortunatamente, l’ignoranza di ritorno, spesso indicata come analfabetismo funzionale: in gergo, si intende AF colui/colei che prende per vera ogni bugia partorita dalla rete, senza controllare le fonti o che in ogni caso si rifiuta di accettare la realtà dei fatti.
Seconda causa, il malcontento generale: il mondo intero non sta vivendo un periodo particolarmente felice, soprattutto a livello sociale ed economico. Crisi e migrazioni, gonfiati ulteriormente da media e politica, riempiono le masse di risentimento, che ha come valvola di sfogo uno o più bersagli. In aggiunta, intere comunità di complottisti (come i No-Vax e i Terrapiattisti) trovano terreno fertile per far attecchire le proprie idee.
Da qui il percorso è interamente in discesa: grazie alla condivisione compulsiva sui social, una bugia può diventare virale in meno di un’ora, saltando da un profilo all’altro e soppiantando, magari, articoli fondati che cercano di informare la cittadinanza su alcuni rischi importanti.
Chi trae vantaggio dalla disinformazione?
Al giorno d’oggi non è difficile immaginare come una particolare classe politica abbia fatto della disinformazione il suo cavallo di battaglia. Diversi gruppi in tutto il mondo hanno usato (e stanno tutt’ora usando) le fake news per convincere i popoli a ribellarsi ai loro attuali governanti, facendo leva su paure e timori e contando sul fatto che le persone vedano gli “esperti” come degli agenti nemici inviati per tenere sotto controllo le loro opinioni.
Ma i politici non sono gli unici: vi sono infatti intere comunità di No-something che puntano a smascherare fantomatici complotti per avvelenare l’aria e gli oceani, macchinari che generano terremoti a comando o persino civiltà aliene che giocano col pianeta Terra. Anche qui, purtroppo, il terreno fertile è ampio.
Per ovviare a questo pericoloso fenomeno, è necessaria una massiccia campagna di informazione corretta che vada al cuore delle fasce di popolazione coinvolte, al fine di isolare ed eliminare quelle mentalità ristrette che tanto fanno male alla società. L’istruzione è generalmente un ottimo anticorpo alle menzogne che circolano nel nostro universo 2.0: garantire una conoscenza di base è il primo tassello per permettere a ciascun individuo di distinguere tra l’opinione di un esperto e il blaterare di un Signor Nessuno.
A cura di
Francesco Antoniozzi
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