Bambini e digitale: una relazione di rischi e benefici
Con la cosiddetta iGeneration o Gen Z, che comprende gli individui nati tra il 1997 e il 2012, si è aperta una dimensione della riflessione sul digitale finora inedita. A partire da questo momento e per la prima volta nella storia dell’umanità, i bambini nascono e crescono in un mondo estremamente interconnesso: bambini e digitale è un tema assai diffuso nella nostra epoca. La responsabilità educativa degli adulti e delle istituzioni deve perciò sapersi adeguare per mostrare ai giovanissimi utilizzatori sia i vantaggi che gli svantaggi del digitale.
Le risorse del mondo digitale
Tra i benefici che appaiono più significativi, il primo a dovere essere citato è senza alcun dubbio il diverso rapporto con la conoscenza. I bambini nati nell’era del digitale hanno un accesso più diretto alle fonti di informazione rispetto alle generazioni passate, grazie alla diffusione capillare delle tecnologie. A cambiare non è solo il numero di informazioni accessibili, ma anche la qualità delle esperienze realizzate attraverso il digitale: più immersive, più interconnesse e più coinvolgenti. Ad esempio, con l’Internet of Things molti oggetti della vita quotidiana si digitalizzano e diventano smart.
La maggiore digitalizzazione degli spazi e oggetti quotidiani offre inoltre un vantaggio fondamentale per lo sviluppo dei più piccoli: uno spazio di espressione più vasto e su misura. Grazie alla presenza costante del digitale fin dalla loro nascita, i bambini hanno non solo l’opportunità di imparare a conoscere se stessi e le loro passioni, ma anche di esprimersi al meglio e trovare persone e comunità digitali con cui condividere i propri interessi e crescere.
Proprio la facilità e la rapidità di comunicazione rappresenta l’ulteriore e fondamentale beneficio per i piccoli e il loro modo di relazionarsi alla conoscenza. Il mondo digitale ha infatti accelerato significativamente tutte le forme di comunicazione: la distanza e le frontiere fisiche sono state accorciate dalla nuova realtà interconnessa. Che si tratti di una sessione di gaming, una videochiamata in famiglia o una lezione scolastica, il tempo e la distanza diventano plastici e i bambini imparano a conoscere un mondo che sembra più comunicativo che mai.
Conoscere i rischi per diventare utilizzatori consapevoli
Il primo pericolo del digitale, e forse quello che passa maggiormente inosservato, è la sua demonizzazione gratuita e spesso del tutto priva di basi scientifiche. Credere che il mondo digitale sia intrinsecamente pericoloso rappresenta già un rischio per i bambini perché non si offre loro la possibilità di usufruirne in modo sicuro e sereno.
Per quanto riguarda l’uso diretto delle tecnologie digitali, i pericoli per i più piccoli si riassumono nelle 3 “C”: contenuti, contatti e comportamenti. Numerose agenzie e organizzazioni internazionali, tra cui l’UNICEF e la OCSE, ritengono che questi tre siano le maggiori fonti di rischio quando si parla di bambini e uso improprio del digitale. I bambini possono infatti essere esposti a contatti, comportamenti e contenuti impropri oppure essere loro stessi attori o diffusori inconsapevoli di messaggi e comportamenti dannosi.
Le 3 “C” raggruppano una vasta gamma di casi diversi: per esempio, si passa dal subire cyberbullismo all’esserne perpetuatore, dalla violazione della propria privacy e la cessione di dati personali sensibili al download di contenuti illegali o non adatti ai più giovani. Per evitare o ridurre al massimo questi percoli, è possibile dedicarsi alla pratica del co-viewing: gli adulti utilizzano le tecnologie digitali insieme ai bambini e in questo modo possono gestire non solo il tempo di utilizzo effettivo, ma anche la sua qualità, spiegando ai piccoli non solo i notevoli benefici, ma anche i rischi. I bambini ricevono così informazioni chiare e imparano a usare al meglio il digitale senza tabù.
La presenza del digitale permea ogni aspetto della vita quotidiana, tanto per gli adulti quanto per i bambini. Da tempo, la domanda non è più se i bambini debbano avere accesso alle varie tecnologie, ma come fare in modo che ricevano un’educazione digitale adeguata. Gli obiettivi di questa educazione saranno perciò mettere al corrente dei rischi gli utilizzatori, in particolare quelli più smaliziati come i bambini, e al tempo stesso aprire loro le porte di un mondo dalle infinite opportunità.
A cura di
Marta Moresco
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