Attenzione alle nuove app di cyberstalking
Siamo arrivati a fine 2021, la tecnologia ha fatto passi da giganti dai progetti più ampi e complessi, fino ad arrivare a quelli dedicati agli smartphone che teniamo sempre con noi. Negli App Store possiamo cercare e scaricare applicazioni di ogni sorta e in questo melting pot di utilità troviamo una piaga che ci sta seguendo sempre di più negli ultimi anni: le app di cyberstalking. La minaccia risulta più che reale, e difficile da arginare, queste applicazioni lavorano sotto un mantello dell’invisibilità. Diventa sempre più difficile, dunque, intercettarle e riconoscerle.
Cos’è uno stalkerware?
I software dedicati a queste attività illecite si suddividono in due sottogruppi: maleware e spyware. Il primo è un software destinato a danneggiare/disabilitare computer e sistemi informatici all’insaputa del proprietario. Il secondo è un tipo di malware il cui fine ultimo è spiare una vasta gamma di dispositivi per intercettare in modo invasivo messaggi di testo e chat, telefonate, tracce su social network, GPS e tutto ciò che è carpibile tramite le informazioni di smartphone e PC.
Quando questa attività di spionaggio viene effettuata per avere il controllo della vita quotidiana di un individuo, prende il nome di stalkerware.
Cos’è il cyberstalking?
Per avere una semplice infarinatura di cosa stiamo parlando, il cyberstalking consiste in una serie di attività di molestie e intimidazioni attraverso il Web. Quando il controllo della vita altrui sbarca sul World Wide Web può arrivare a risultare ancora più pericolosa dell’attività di stalking in forma “fisica”, tête-à-tête.
Fra le azioni note dei cyberstalker si arriva fino all’installazione di dispositivi GPS nelle auto delle proprie vittime, l’uso di spyware geolocalizzanti sui loro telefoni e il tracciamento ossessivo della loro attività sui social.
Il cyberstalking può anche manifestarsi con altri comportamenti intesi a intimidire o rendere insopportabili le vite delle vittime: falsificazione di foto, invio di messaggi privati, arrivando sino al catfishing. Capita inoltre estremamente spesso che i cyberstalker diffondano pettegolezzi maligni e lanciano false accuse, arrivando a toccare il limite del cyberbulling fino a spingersi oltre, arrivando a creare e pubblicare revenge porn.
Raggiungendo questi livelli, l’unica via d’uscita della vittima è quella di denunciare i fatti accaduti e così cercare di arginare il responsabile di questa violenza psicologica senza precedenti.
Ma come possiamo proteggerci da un qualcosa che nemmeno riusciamo a vedere?
Come iniziare a proteggersi dallo cyberstalking?
Le piattaforme certamente più colpite sono i nostri social network e non esistono degli esclusi dall’elenco. Uno cyberstalker può partire dal nostro Whatsapp fino ad arrivare alla nostra lista di follower di Instagram o seguaci di Twitter.
Quando si dice “meglio prevenire che curare” si intende ciò che a questo punto dovremmo mettere in atto, riuscire ad arginare le possibili minacce prima che queste si sviluppino e ci si ritorcano contro.
Bisogna lavorare in modo mirato, rendendo i vostri post visibili solo agli amici, non lasciare che i social network rendano pubblici indirizzo o numero di telefono, parliamo di buoni punti di partenza. Spesso le app di cyberstaling riescono a infiltrarsi anche nella messaggistica istantanea dei nostri social media, come abbiamo detto in precedenza, se si vogliono condividere informazioni personali con un amico dunque è meglio farlo tramite un messaggio privato. Cerchiamo di non disegnarci un mirino per aiutare chi si occupa di cyberstalking di centrarci meglio. Accettare richieste di amicizia soltanto da persone che si conoscono in prima persona aiuta, inoltre, a limitare i possibili malintenzionati, abili nel catfishing. Inoltre, disattivate le impostazioni geografiche, sia sul PC che sul nostro smartphone, permette di essere meno raggiungibili soprattutto se consideriamo tutte le App di cyberstalking illegalmente ancora disponibili nelle piattaforme della rete Internet e negli App Store.
I numeri dello cyberstalking
Rispetto ai 67.500 casi del 2019, nel 2020 in tutto il mondo è stato vittima di stalkerware un totale di 53.870 utenti di dispositivi mobili. Viene giustificata la diminuzione del numero di stalkerware installati con la pandemia da COVID-19. Le vittime a causa della pandemia sono dovute rimanere a stretto contatto con i loro molestatori, che potevano così controllarle meglio di prima senza necessità di applicazioni fittizie di cyberstalking.
Il programma di stalkerware a cui si è fatto ricorso con maggiore frequenza nel 2019 è stato MobileTracker. Kaspersky Internet Security for Android ha rilevato che questa applicazione ha colpito 6.559 utenti unici di dispositivi Android. Queste applicazioni sfruttano tutti sistemi di background, si nascondono ai nostri occhi per agire nell’ombra. Chi ne è vittima non ne ha la più pallida idea, spesso non vengono riconosciute nemmeno dagli antivirus come App dannose. Offrono la possibilità di controllare da remoto il dispositivo, determinano la posizione dell’utente e accedono a messaggi di testo e alle chat dei programmi di messaggeria istantanea, arrivando fino alla possibilità di ascoltare le telefonate dell’utente colpito.
Per affrontare questo enorme problema costituito dallo cyberstalking dilagante sono state lanciate svariate iniziative.
Organizzazioni attive nel settore della sicurezza informatica, gruppi di sensibilizzazione e senza fini di lucro che operano con le vittime e gli esecutori di violenze domestiche hanno fondato gruppi di collaborazione e coalizione contro gli stalkerware.
Oltre alla prevenzione, la denuncia e la collaborazione sono l’arma più forte che abbiamo contro queste attività illecite che limitano le nostre vite e ogni nostre attività.
A cura di
Selene Conton
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